Sanità e medico alle Canarie

sanitá alle canarie

Il Medico di famiglia e la sanità alle Canarie

L’argomento del medico di famiglia e, più in generale, un medico di riferimento e l’eventuale pediatra sono argomenti fondamentali per chiunque decida di Trasferirsi alle Canarie.

Parlando del medico di famiglia includeremo anche una breve panoramica sulla sanità alle Canarie che andremo ad approfondire nei prossimi appuntamenti settimanali.

La cura della propria salute e quella dei famigliari rappresenta forse l’aspetto primario da affrontare nella lunga “lista delle cose da fare” prima di trasferirsi.

Il “Cambio vita” che ti propone il nostro team di esperti include anche un “Cambio abitudini” per il fatto che certe procedure a cui negli anni ci si è abituati vengono a cambiare anche significativamente. L’aspetto più interessante è che il cambiamento avviene in meglio. Meglio significa sempre meno stress e meno preoccupazioni soprattutto in termini di burocrazia e soluzione delle liste di attese quando si va dal medico.

La sanità della Spagna e di conseguenza delle Isole Canarie è costituita, come in Italia, da un settore pubblico gratuito ed uno privato dove si paga per le prestazioni.

Fino a qui per il lettore le differenze non ci sono.

Ora vediamo le differenze, naturalmente la panoramica è incompleta in quanto non entriamo nei dettagli di ogni argomento:  a questo penseranno gli esperti di Trasferirsi Alle Canarie a cui puoi rivolgerti.

Citofono? No grazie!

Uno degli aspetti riguardanti la sanità pubblica ed in particolare il dottore di famiglia (che viene assegnato a seconda della residenza), è che i medici non affittano appartamenti in cui effettuare le visite costringendo le persone in attesa di consultazione a permanere per  anche lungo tempo in una salotto o peggio talvolta un ingresso di un appartamento magari al terzo piano senza ascensore o senza servizi per disabili.

Il medico di famiglia (lo chiamiamo così per comodità e per farci capire) riceve in una struttura pubblica denominata “Centro di Salute” e per la quale occorre un appuntamento.

Lo scopo dell’appuntamento è quello di ridurre al massimo i tempi di attesa ed addirittura in alcune struttura viene fissato sui quarti d’ora. Tutto può essere ovviamente fatto telematicamente (una comoda APP sul cellulare) e solitamente, grazie all’ottimizzazione dei tempi ed agli ampi parcheggi di fronte ai Centri di Salute, il tempo della visita occupa oltre il 90% dei tempi necessari.

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La code vessatorie

Apriamo una parentesi. Per chi ha vissuto a lungo in Italia, il ricordo di code interminabili per qualsiasi cosa, dal ritiro della pensione al pagamento di una pratica, dall’attesa presso il medico al pagamento di infrazioni, viene ritenuto da molti come una “colpa” che il cittadino debba espiare per non precisati motivi. La “coda” di persone in attesa di una prestazione o servizio sembra essere un’accettazione radicata contro la quale va bene una piccola protesta ma nulla più.

Alle Canarie non ci sono code grazie al sistema degli appuntamenti schedulati. Chiaramente chi arriva in ritardo ha due opzioni: o se ne torna a casa, oppure attende il suo turno dopo che i prenotati sono esauriti. Questa ottimizzazione delle prenotazioni consente da una parte allo Stato di prevedere le affluenze e quindi adeguarsi come personale, dall’altra al cittadino di attendere un massimo di 5 minuti per ottenere la prestazione richiesta.

Questo per tutto, sia per il lato sanitario, sia per quello burocratico (esempio ottenimento di certificati in Comune, ecc.).

Quanto si paga?

La sanità alle Canarie è gratuita come in Italia, anzi no. In Italia ci sono i ticket, alle Canarie no o meglio, sono “spalmati” sui farmaci in base al reddito. Va sottolineato che alle Canarie i farmaci mediamente costano il 30 percento in meno dei farmaci in Italia.

In Italia esiste la tendenza a consigliare le cure private al fine di scongiurare tempi biblici di attesa per una consulta o esame, alle Canarie ci sono egualmente i tempi lunghi per prenotare una prestazione ma c’è il vantaggio della sanità privata che è profondamente differente da quella italiana.

 

La sanità privata

Le Canarie sono visitate da  milioni di persone ogni anno. Per fare un esempio, è come se tutti gli abitanti dell’Italia, da Napoli a Messina, si trasferissero per vacanza almeno una volta all’anno in isole la cui superficie totale è inferiore all’Umbria.

La popolazione viene aumentata fino a 9 volte quella attuale secondo un effetto a “fisarmonica” a seconda del periodo dell’anno più propenso dei vacanzieri provenienti da vari Stati.

La sanità pubblica viene organizzata in modo da gestire i propri cittadini ed essere pronta per eventuali periodi di alta affluenza (malattie di stagione, Covid, ecc.) al punto che i Pronto Soccorso dei maggiori ospedali pubblici sono sovradimensionati in considerazione di periodi critici con alta affluenza di pazienti anche esteri.

Questa pressione viene mitigata dalle strutture private.

Le strutture private possono essere cliniche ma anche grandi ospedali che dispongono di unità di terapie intensive e possono essere considerati alla stregua degli ospedali pubblici.

La sanità privata è accessibile solo a pagamento ma è possibile stipulare polizze assicurative (come la Svizzera, gli Stati Uniti, ecc.) che possono arrivare anche a coprire tutte le spese (“sin copago”) al costo di poche decine di euro mensili per componente della famiglia.

La sanità privata include il medico di famiglia che fa visite a domicilio, qualsiasi tipo di esame incluse TAC, risonanze, ecc. con tempi di attesa estremamente ridotti (dai pochi minuti dall’atto della richiesta ad un massimo di una decina di giorni).

Tante volte accade che, una volta fissata la visita dallo specialista (esempio un ortopedico), si passi dall’ambulatorio direttamente alla radiografia ed alla risonanza magnetica in pochi minuti, come se fosse un pronto soccorso a codice rosso mentre magari è solo per una lussazione alla spalla! In più, se si è stipulata l’opzione di assicurazione senza pagamento, il portafoglio rimane chiuso in tasca. Neanche un euro è dovuto.

 

La professionalità

La fortuna delle Isole Canarie è quella di essere la meta di molti cittadini stranieri, in particolare tedeschi e nordici, i quali nei mesi freddi dei propri paesi vengono a godere del meraviglioso clima delle isole. Si tratta per la maggior parte di pensionati e di persone che hanno bisogno di cure in quanto anziani. Nel tempo, gli ospedali privati hanno assunto gli standard degli ospedali nordici e tedeschi nonché le proprietà stesse. Questo assicura ai pazienti elevatissimi standard di qualità pari alla sanità del proprio Paese (se non meglio) e dall’altra la sicurezza di poter vivere la vacanza e la permanenza senza la paura di trovarsi coinvolti in spiacevoli situazioni.

Sul podio a finale del 2023 secondo il Google Ranking per le migliori Sanità a livello mondiale:

La classifica dei Paesi con i dieci migliori sistemi sanitari al mondo è guidata da Hong Kong, 

seguita da Singapore (2), 

Spagna (3)

Come muoversi?

Il ventaglio delle offerte private in termini di assicurazioni sanitarie va valutato attentamente caso per caso, proprio per questo il nostro team di esperti di Trasferirsi alle Canarie ha da una parte acquisito grande esperienza negli anni con le varie tipologie di assicurazione per quanto riguarda il settore privato e sulle procedure burocratiche per quanto riguarda il settore pubblico.

Affidare la propria salute e quella dei propri cari  a qualche indiscrezione trapelata sui “social” o amici è una mossa sbagliata ed il tornare indietro dopo uno sbaglio non è mai semplice (aumentano i tempi, aumentano i costi).

Noi ti offriamo una consulenza ad ampio raggio, valutando tutte le possibili opzioni e in maniera disinteressata in quanto non abbiamo sponsor sanitari ma il nostro sponsor è l’affidabilità dei nostri servizi.

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La lingua è un problema?

Occorre fare una differenza sostanziale: il parlare spagnolo (ed ovviamente capire) è indispensabile per le operazioni legate al conseguimento di servizi, forma di contratti, appuntamenti presso i municipi e per qualsiasi pratica burocratica.

Davanti al medico, invece l’italiano viene il più delle volte capito e non occorrono grandi sforzi per descrivere una situazione, al limite può venire in aiuto l’inglese. Con il tempo si acquisiranno i termini base della lingua spagnola e sarà ancora più semplice farsi capire.

Guarda questo articolo di approfondimento sugli  ==> ospedali alle Canarie

Canarie, “Carpe diem!”: adesso o mai più

Lo ammettiamo: abbiamo calcato la mano nel titolo, ma in questo articolo troverai una analisi che sicuramente ti farà riflettere su quanto ultimamente accaduto e forse il fatto che non si torni a ripetere dipende proprio da te, soprattutto nel momento in cui le cose  qui alle Canarie stanno cambiando e risulta sempre più difficile accedervi. Per qualcuno potrebbe addirittura essere troppo tardi.

Come Marco mi stai dicendo che io avrei potuto evitare i 35.058 Morti per o con coronavirus? (dati protezione civile aggiornati al 20 luglio 2020)

Ho visto file di camion nella provincia di Bergamo trasportare migliaia di bare, ho visto quotidianamente ospedali e strutture sanitarie al tracollo, ho visto persone morire nella più assoluta solitudine e ho visto la disperazione e impotenza dei famigliari che non hanno potuto dare conforto ai loro cari neanche in quel momento estremo. Seconde te potevo io personalmente evitare tutto questo?

La risposta ovviamente è no, ma abbiamo però alcune considerazioni da esporre per chi abbia deciso di vivere un’esperienza di vita differente e migliore, lontano da quegli orrori vissuti anche solo di riflesso, se non per motivi sanitari o famigliari, magari per motivi economici, aziende che hanno chiuso, economie rovinate, famiglie portate a vivere sulla soglia della povertà… dramma sul dramma.

Sia che tu sia un imprenditore, un investitore, o un pensionato o per chiunque abbia a cuore il proprio futuro e quello dei propri cari, volendolo cambiare in meglio questo non è mai stato il momento più giusto. Vediamo perché:

  • Il Coronavirus
    Dal punto di vista sanitario abbiamo già più volte spiegato come alle Canarie lo standard qualitativo di cliniche ed ospedali sia con il tempo migliorato a tal punto che alcuni ospedali sono diventati riferimento in Spagna.
    Non può mancare una considerazione iniziale sul Coronavirus, grande flagello sanitario e psicologico di questo periodo. Le Canarie hanno avuto un basso impatto, rispetto alla Spagna, per quanto riguarda i contagiati ma in particolare per coloro che hanno necessitato di cure mediche ospedaliere o intensive. Poco o meno di 200 persone, su una popolazione di oltre due milioni di abitanti, ha necessitato di cure intensive e gli ospedali canari non hanno mai superato una occupazione superiore al 60% nelle terapie intensive (UCI); questo potrebbe sembrare solo un dato statistitico ma secondo quanto dicono i medici, avere un posto assicurato in terapia intensiva in casi come quelli del coronavirus può fare la differenza tra sopravvivere e no. Non mi sembra poco.

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  • Il “lockdown” è stato seguito in maniera scrupolosa da parte dei cittadini. Il vantaggio di fare un “lockdown” a Marzo con una temperatura di 24 gradi costante, magari nella propria casa con piscina o in giardino con il barbecue è stato decisamente un valore aggiunto.
    Se mai per disgrazia tornasse a profilarsi un “lockdown” meglio viverlo alle Canarie di certo la situazione qui è stata ben diversa da quella italiana.

A tal proposito ascolta la storia di Anna ex infermiera che è rimasta bloccata a 3000 km da casa, lontano dai propri cari, avendo anche perso i documenti  proprio nel periodo del “lockdown”.

  • Il turismo e l’economia
    Tutti i Paesi del mondo, chi più e chi meno, hanno avuto un impatto economico negativo derivato dal Coronavirus. In Italia ed in Spagna si sono create realtà di forte crisi finanziaria per le famiglie e per i lavoratori, in particolare quelli autonomi che si sono visti chiudere la propria attività prima dallo Stato, e poi dalla scarsa affluenza dei clienti.
    Possiamo dire senza timore di essere smentiti che qui alle Canarie, essendo una comunità autonoma e quindi in grado di avere potere decisionale indipendente dal governo centrale in determinate materie, gli aiuti si sono materializzati in modo particolare per le aziende, per i dipendenti messi in ERTE (cassa integrazione) fino sicuramente a settembre, ed anche per i lavoratori autonomi.

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A nostro beneficio gioca anche il superavit economico  dell’anno precedente infatti lo scorso 15 giugno il consiglio dei ministri, in una disposizione addizionale al fondo Covid 19 ha autorizzato le comunità autonome a beneficiare dei propri superávit dell’anno anteriore per far fronte alla situazione del 2020. Per le isole Canarie il superávit in questione e’ di circa 300 milioni di euro.

Insomma le tante promesse tipiche dei politici qui hanno avuto in un buon numero di riscontri e per chi non sapesse cosa è il “superávit”, senza entrare in specifiche economiche o fiscali, vi basti sapere che è il contrario del deficit. Alle  Canarie nel 2019 sono avanzati parecchi soldi nelle casse della regione (oltre 300 milioni di euro); è arrivato il momento di beneficiarne.

E’ da tenere anche in conto che le Canarie ospitano annualmente circa 18 milioni di turisti e ci mettono poco a ripartire una volta riattivato il turismo in virtù di questa innata vocazione ad essere meta di ospiti stranieri. La crisi si fa sentire ma dura meno, proprio perché il PIL delle Canarie è fortemente ancorato al turismo.

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  • Il settore immobiliare
    Tolte le Cassandre che ipotizzavano il tracollo totale del settore immobiliare nei primi tre mesi di “lockdown”, ci stiamo rendendo conto che chi ha investito sulle case-vacanza (“Vivienda Vacational”) sta ricominciando ad aumentare il conto bancario proprio grazie alla ripresa del turismo stesso.
    Inoltre in questo periodo ci sono delle offerte di acquisto ed affitto davvero concorrenziali per i veri imprenditori che intravedono possibilità di business nei momenti di crisi
  • Gli allarmi meteo
    E’ il momento giusto per non sentire più parlare di Allarmi Meteo bombe d’acqua, zone a rischio idrogeologico, fiumi che tracimano, e quando magari va bene che non piove o grandina c’è invece un caldo afoso soffocante con tassi di umidità prossimi la 100% per i quali sudi solo stando fermo nel letto.  Immagina se capitasse in concomitanza  anche con un nuovo “lockdown”

E’ da tenere conto anche che ultimamente è sempre più difficile ottenere i documenti per entrare e stabilirsi alle Canarie e la situazione burocratica sta smaltendo le code di oltre 4 mesi di operatività e pratiche per cui è diventato anche complicato farsi ricevere rispetto a prima.

Aggiungi che alcuni commissariati di polizia ritengono di dover richiedere un requisito economico di 661,22 euro mensili a persona per poter dimostrare di aver diritto a vivere alle Canarie. Moltiplica questa cifra per una famiglia di 4 persone e capirai da solo quali cominciano ad essere le difficoltà per ottenere la residenza. Per fortuna abbiamo per il momento, ancora la maniera di risolvere questa situazione, ma non sappiamo per quanto.

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Mi chiedo: ma le persone che hanno già deciso di cambiare vita e sono ancora “con un piede in 2 scarpe”: non gli converrebbe darsi una mossa?

Stanno ancora pensando ma se poi il clima…ma se poi le case…ma se poi le tasse…

L’organizzazione mondiale per il Turismo ha definito le Canarie come luogo sicuro.

Se dovesse verificarsi un altro “lockdown”, preferiresti rivivere le scene e le situazioni vissute in Italia negli scorsi mesi o preferiresti magari essere qui a Gran Canaria bordo piscina?

Spesso dall’universo ci arrivano dei segnali che se ben interpretati ci fanno prendere le giuste decisioni. Chissà che tutta questa sofferenza che si è vista e vissuta in Italia questa primavera non sia un grande segnale e sia il momento veramente di “cogliere l’attimo”.

Alla fine dei conti le persone che decidono sono quelle che ottengono qualcosa nella vita, gli eterni indecisi rimangono fermi al palo e poi si accorgono solo dopo quanto gli costi lo stare fermi e non decidere mai.

Cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinarie la vostra vita.

( Cit. Robin Williams L’attimo fuggente)

Buona fortuna Marco Misto

Le psicosi divulgative sulle Isole Canarie

ripresa Canarie da covid

Ci è stata portata a conoscenza l’esistenza di un paio di aspiranti guru dei social che, nelle loro divulgazioni ai propri adepti, riferiscono cose e fatti assolutamente non veritieri sull’attuale situazione alle Isole Canarie. Tali affermazioni, causate per la maggior parte dalla non conoscenza della lingua spagnola, dal mancato approfondimento di alcuni argomenti e da una profonda ignoranza di base, potrebbero indurre a mostrare una realtà distorta delle Isole Canarie. Vediamo di fare chiarezza.

Chiunque abbia la facoltà di elaborare una propria idea su qualsiasi argomento in modo non superficiale, ha necessariamente l’obbligo morale di valutare le diverse realtà che ogni ragionamento richiede.
Farsi un’idea prevede solitamente di valutare i pro ed i contro, comparare tesi differenti, verificare quanto dichiarato ed alla fine giungere ad un proprio convincimento.

Premessa

Prima di affrontare l’argomento, teniamo a precisare che abbiamo le seguenti convinzioni, tutte motivate:
1) Il Covid-19 nel mondo esiste veramente, come pure i deceduti
2) Nessun governo ha agito in modo perfetto, d’altronde nessuno si sarebbe mai aspettata un’emergenza del genere
3) Per noi la Terra e rotonda, non esistono Satana, i 7 nani e Barbablù. Siamo abbastanza razionali da poter discernere tra i film e la realtà.
Precisato questo, chiunque abbia dubbi o convinzioni su quanto sopra e creda fermamente nelle politiche di sterminio di massa da parte di Bill Gates, illuminati, Rotshild o Rockerduck che sia, è pregato di premere “indietro” sul browser.

La Pandemia e la disponibilità assistenziale

La pandemia del Covid-19 ha provocato danni tremendi in tutto il mondo e non solo inerenti alla pandemia stessa, ma anche a tutto l’indotto, tra cui, nel nostro caso, il turismo e la sicurezza sanitaria.

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Le misure che deve intraprendere un’isola rispetto ad una città del continente sono profondamente differenti, dal momento che la gestione di un virus, per quanto pericoloso sia, è assai più gestibile su un’area smisurata (possibilità di coinvolgere altri ospedali, confinamenti, strutture sanitarie) piuttosto che su un’area limitata, l’isola appunto, dove la capacità assistenziale deve essere auto-sufficiente non potendo evocare trasferimenti aerei di routine verso il continente.

Pertanto, prima di tutto, la capacità assistenziale deve essere solida. Alle Canarie, con una ricettività simile a quella del Veneto e con una popolazione minore della metà, il problema della scarsità di strutture ospedaliere non si è mai realmente posto.

In una realtà di quasi 20 milioni di turisti annui, perlopiù nordici e quindi con alti standard sanitari, le strutture ospedaliere delle Canarie hanno sempre fatto fronte alla richiesta trovandosi sempre molto spesso con un livello di operatività inferiore al 60% della capacità totale.

Pertanto il picco della pandemia rilevato qui alle Canarie nel mese di Marzo non ha costretto i sanitari a creare situazioni di triage e nuove strutture: tutto è stato gestito con le risorse disponibili considerando anche il fatto che a seguito della legge di emergenza spagnola, gli ospedali privati (che sono molti qui alle Canarie) sono costretti a mettere a disposizione le proprie strutture come se fossero pubblici venendo quindi a creare una straordinaria capacità aggiuntiva della disponibilità assistenziale sia in termini di professionisti medici ed infermieri, sia in termini di strutture, terapie intensive ventilate incluse.

La Pandemia e la realtà turistica

A livello europeo le Canarie sono state una delle poche aree in cui la pandemia ha avuto il più basso tasso di mortalità. Sono anche l’area in cui si è verificato il minor numero di decessi nelle cosiddette residenze per anziani.

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Qualcuno potrebbe considerarla fortuna, altri invece organizzazione: il “lockdown” alle Canarie è partito subito nella forma più drastica: niente passeggiate, niente “sport”, niente autocertificazioni: tutti a casa. Alle Canarie, quando è iniziata la pandemia, c’erano 5 milioni di turisti ed eventi internazionali di grande affluenza come ad esempio il Carnevale. Nell’arco di meno di 3 settimane si è provveduto ad effettuare la più grande operazione di rimpatrio turistico mai fatta prima alle Canarie.

Decine di migliaia di turisti sono rientrati a casa dal momento che il rischio paventato era quello di coinvolgere loro stessi nel lockdown.
Le strutture alberghiere si sono chiuse, una dopo l’altra ed i lavoratori posti in uno stato di sospensione del lavoro denominato “ERTE” (più o meno simile all’italiana cassa integrazione).
Al fine di tutelare i lavoratori, il governo spagnolo/canario da una parte ha impedito i licenziamenti e dall’altra iniziato ad erogare aiuti prima di tutto alle fasce più deboli e poco dopo anche ad autonomi e piccole medie imprese.

La riapertura graduale e la bassa stagione

Ci sono volute 4 distinte fasi per un graduale ritorno alla normalità, ciascuna delle quali è durata dai 7 ai 15 giorni. Il monitoraggio dei possibili contagi è stato fondamentale per accedere alla fase successiva.

Il periodo da Maggio a Novembre alle Canarie coincide con la bassa stagione e il danno attuale dovuto alle chiusure delle attività dedicate al turismo è stato relativamente più limitato che non se si fosse verificato un blocco totale turistico nell’alta stagione.

Va detto che alle Canarie oltre la metà del proprio “PIL” è generata dall’indotto del turismo, per cui il blocco turistico è un’arma mortale per l’economia canaria.

Nel periodo da maggio a novembre, in condizioni normali, molte strutture alberghiere e turistiche ma anche bar, ristoranti, ecc. chiudono: alcuni per ristrutturazioni, altri per stagionalità. E’ quindi normale, in bassa stagione, emergenza Covid o no, che una buona parte delle strutture turistiche sia chiusa in bassa stagione alle Canarie. Se hai seguito in passato il blog di trasferirsi alle Canarie, ricorderai che spesso ho documentato hoteles  e ristoranti chiusi in luglio o agosto (negli anni passati) e ho sempre spiegato che la stagionalità alle Canarie e’ esattamente l’opposto che in Italia.

Non si tratta di “fallimenti”  ma semplicemente della sovrapposizione di due eventi: l’ERTE (se non ci sono turisti inutile e costoso aprire lo stesso), e la chiusura stagionale.

D’altronde non ci risulta che ad esempio in Febbraio a Riccione ci siano “movide” con attività notturne e spiagge aperte, come del resto in una qualsiasi località turistica in bassa stagione. Definire “fallita” un’attività che chiude per stagionalità significa definire eccezionale che a Gennaio in Italia la gente non faccia il bagno in mare il Liguria o che nessuno metta gli sci ad Agosto a Madonna di Campiglio.

Certo quest’anno hanno molti esercenti hanno approfittato e beneficiato degli aiuti governativi per rimanere chiusi in bassa stagione, cosa che non tutti facevano negli anni precedenti, ma non si può certo definire questa strategia il “fallimento delle attività che non riapriranno mai più”.

Le chiusure definitive dovute al Covid ci sono state ma perlopiù associate ad attività già in crisi prima del lockdown. Nessuna struttura economicamente solida può passare dall’attività al fallimento a causa di un blocco di tre mesi.
Ricordiamo infine che qui il sistema bancario eroga credito e che i prestiti coperti da garanzia dello Stato sono stati tutti erogati.

 

La situazione attuale

Le Canarie, essendo una delle mete europee più richiesta in virtù delle facoltà terapeutiche del proprio clima e dell’eterna primavera, stanno lentamente riaprendo le strutture ricettive ed il relativo indotto grazie alla ripresa graduale dei voli.

Nonostante l’ERTE sia esteso in alcuni casi anche sino alla fine dell’anno, si sta assistendo ad una progressiva ripopolazione turistica al punto che alcuni hotel sono già nuovamente al completo e con previsione di sold-out anche per il periodo di alta stagione (da Novembre ad Aprile).

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Gli appartamenti adibiti ad affitto turistico si stanno riempiendo anche in bassa stagione visto che diversi hotel hanno deciso di aprire più avanti e il turismo locale e nazionale si sta riversando proprio nelle case private ovviamente a prezzi più bassi che nell’alta stagione.

Certamente rimane l’incognita di nuovi focolai e cosa succederà nella stagione autunnale ed invernale per quanto riguarda il Covid-19. Nessuno può certamente sapere come andrà a finire in virtù del fatto che ci si muove senza avere una reale cura che limiti il contagio. Tuttavia questo è un problema a livello mondiale, non solo relativo alle Canarie.

La teoria del “martello e la danza” dove per martello si intende il “lockdown” e per danza le variazioni dei contagi giornalieri dopo il “lockdown” non viene smentita neppure alle Canarie. Molto probabilmente terminerà con il vaccino o con la cura definitiva. Per ora si è in ballo e tocca ballare.

La crisi immobiliare?

In soli 3 mesi non è possibile profetizzare fantomatici tracolli del mercato immobiliare. Come prima citato, le Canarie sono isole che vivono sul turismo, pertanto qualsiasi crisi basata su uno stop dello stesso si risolve nel momento della ripartenza.

L’ investitore straniero NON ha fatto un passo indietro negli investimenti o nella gestione degli attuali cantieri aperti a causa di 3 mesi di blocco. Persino i piccoli titolari di appartamenti stagionali stanno ricominciando ad avere profitti giá dal mese scorso dopo il “lockdown”.

Il fatto che ad un motore manchi benzina in un particolare momento non significa affatto che il motore sia rotto. Alle Canarie la benzina è il turismo ed oggi vi stiamo scrivendo con un clima mite e 24 gradi, esattamente come lo è da un migliaio di anni. Ci prepariamo a fare nuovamente il pieno!

Conclusione

Se non vuoi crearti confusione sulla reale situazione alle Canarie, evita di frequentare fantomatici gruppi facebook o canali  youtube  animati solo da rabbia, desiderio di “gufare” su chi , come te, può andare  a stare meglio di loro, evita di credere a tutto quello che ti propongono su internet senza una razionale valutazione, non credere neanche a noi, magari vieni di persona e verifica personalmente, ricordandoci di accendere sempre il lume della ragione quando si fanno valutazioni così importanti come quelle di un cambio vita o sulla creazione di una nuova società,  senza farsi condizionare da dissacratori o psico divulgatori di profezie auto avveranti e chi più ne ha più ne metta.
Abbiamo qualche consiglio da dare a questi divulgatori di psicosi sulle Canarie. In altre culture vengono definiti “cazzari”, ma noi ci limitiamo ai termini medici.

  1. Prima di tutto iniziare a farsi una vera cultura, basata sul sapersi mettere in discussione, di non avere l’arroganza della verità assoluta ma l’umiltà tipica del ricercatore della verità.
  2. Non speculare sui drammi altrui per vendere magliette, merchandising o fare cassa.
  3. Imparare la lingua spagnola. Questo è un obbligo perché da molti discorsi si capisce che la totale ignoranza della lingua e quindi dell’apprendimento porta a conclusioni completamente sballate

Ti do appuntamento ad un prossimo articolo dove smetteremo di perdere tempo con gli  psico “cazzari” e torneremo a parlare di realtà Canarie.

Nel frattempo dai un occhio a questo articolo di qualche tempo fa sulla stagionalità e sulla ricerca di lavoro e sulla chiusura di hotel e ristoranti in bassa stagione.

A presto Marco Misto

 

 

 

Panoramica degli ospedali nelle Isole Canarie

ospedali Canarie

Le Canarie dispongono in totale di 6.037 camere ospedaliere di cui:
1.970 in ospedali privati e 4.067 in ospedali pubblici.

Ascoltando i giudizi dei connazionali italiani che si siano trovati ad avere bisogno di utilizzare il servizio ospedaliero canario, per diversi motivi (dal più semplice come per esempio una slogatura a una caviglia, a situazioni più complesse come una operazione all’anca o trattamento post infarto)  ci siamo fatti una ottima impressione e giudizio sul trattamento, cure ricevute, preparazione e cortesia dei medici.

Oggi prendiamo in considerazione gli ospedali pubblici.

Le camere di terapie intensiva sono in tutto 563 con una media di 180 normalmente occupate (dal 30% al 37% come media annuale).

Vedi qui sotto la testimonianza di una pensionata italiana operata e ricoverata in ospedale.

Ecco la lista degli ospedali pubblici:

Hospital Insular Nuestra Señora de Los Reyes

Si trova nell’isola di EL HIERRO a Valverde. Dispone di 38 camere più 4 di terapia intensiva.
E’ l’unico ospedale nell’isola (che ricordiamo avere poco più di diecimila abitanti).
Durante l’emergenza COVID non è mai stata utilizzata la terapia intensiva e si sono contati solo 3 pazienti.

Hospital General de La Palma

Localizzato nell’isola de La Palma a Breña Alta. Dispone di 184 camere più 35 di terapia intensiva.
Anche in questo caso è l’unico ospedale dell’isola con una popolazione di 82.671 abitanti. Ha una percentuale media di occupazione del 50%

Hospital Nuestra Señora de Guadalupe

Situato nell’isola de La Gomera a San Sebastián de La Gomera. Dispone di 46 camere e 5 di terapia intensiva.
E’ l’unico ospedale dell’isola con un bacino di popolazione di 21.503 abitanti.
Ha una percentuale media di occupazione del 25,5%.
E’ rimasto praticamente immune dai casi Covid-19, così come quello di El Hierro.

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Hospital Dr. José Molina Orosa

Situato nell’isola di Lanzarote, dispone di 265 camere più 24 di terapia intensiva.
Risulta anche questo essere l’unico dell’isola e copre le necessità di una popolazione di 152.289 abitanti.
Ha una percentuale media di occupazione del 55%.

Hospital General de Fuerteventura

Situato nell’omonima isola, dispone di 93 camere più 40 di terapia intensiva.
Unico ospedale dell’isola con un bacino di 116.886 abitanti ed una occupazione media del 55%

Nell’isola di Tenerife (917.841 abitanti) troviamo due grandi ospedali pubblici:

Il Complejo Hospitalario Universitario de Canarias

nella città de La Laguna con una disponibilità di 658 camere più 81 di terapia intensiva.
Con un totale di 2.534 professionisti, si rivolge alle cure mediche nel nord di Tenerife ed è un ospedale di riferimento per l’isola di La Palma. E’ stato anche il primo centro ospedaliero delle Isole Canarie a detenere la categoria di Ospedale Accademico. L’ospedale ha un’aula per l’impianto di Pediatria, al servizio di bambini ospedalizzati di media e lunga permanenza.
Inoltre è un riferimento per la specialità del trapianto renale e della cardiochirurgia  e centro di riferimento delle Isole Canarie per trapianti renopancreatici, ricovero per disturbi alimentari, unità medica chirurgica per epilessia refrattaria e radiochirurgia. È, a sua volta, un centro di riferimento del sistema sanitario nazionale per il trapianto di pancreas.

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Il Complejo Hospitalario Universitario Nuestra Señora de Candelaria

localizzato a Santa Cruz de Tenerife con una disponibilità di 867 camere più 65 di terapia intensiva.

È il più grande complesso ospedaliero delle Isole Canarie ed un ospedale di riferimento in alcune specialità persino per la Spagna.
Ha un’area utile costruita di 82.035 m², di cui 26.930 corrispondono all’edificio centrale, 23.980 ai blocchi di ricovero, 3.532 al pronto soccorso e due edifici di 19.663 e 7.430 per consultazioni esterne. Oltre al centro principale, ha un altro edificio situato a circa 900 metri dal precedente, chiamato ospedale Ofra, che misura 12.069 m², destinato al ricovero per soggiorni più lunghi. Il complesso ospedaliero è ben collegato alle autostrade nord e sud di Tenerife.
Inoltre, per le sue caratteristiche strutturali e tecnologiche  è accreditato come riferimento per tutte le aree sanitarie delle Isole Canarie, il servizio di trapianto di fegato e il servizio di allergologia per la provincia di Santa Cruz da Tenerife.
In totale l’isola di Tenerife ha una capacità assistenziale pubblica di 1525 camere più 146 unità di terapia intensiva.
L’occupazione dei due ospedali è mediamente del 70%.

Infine, nell’isola di Gran Canaria (851.231 abitanti) troviamo altri due grandi ospedali delle Canarie:

il Complejo Hospitalario Universitario de Gran Canaria Dr. Negrín

con 698 camere più 92 unità di Terapia intensiva.
È anche l’ospedale di riferimento per l’isola di Lanzarote.
È il centro ospedaliero di riferimento per la Provincia di Las Palmas nella specialità della cardiochirurgia ed è anche il centro ospedaliero di riferimento per tutte le Isole Canarie nella specialità del relativo trapianto allogenico (trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche), ed è anche uno dei sette ospedali spagnoli che ha ricevuto il riconoscimento per l’eccellenza nelle cure pre e post-trapianto.

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Complejo Hospitalario Universitario Insular – Materno Infantil

con 786 camere più 90 unità di Terapia intensiva.
Serve la popolazione delle aree meridionali e orientali di Gran Canaria ed è un ospedale di riferimento per l’isola di Fuerteventura. Il complesso è costruito su un terreno vicino all’ingresso meridionale della città, ai margini di Avenida Marítima e con vista sul mare, che facilita un rapido accesso dalla principale rete di circolazione della città e consente le condizioni di tranquillità necessaria per l’assistenza medica.
È l’ospedale di riferimento per l’intera provincia di Las Palmas nella specialità del trapianto renale ed è anche l’ospedale di riferimento per l’intera Isole Canarie nella specialità delle lesioni del midollo spinale.

Entrambi gli ospedali sono localizzati nella capitale delle isole Canarie: Las Palmas de Gran Canaria.
In totale l’isola di Gran Canaria ha una capacità assistenziale pubblica di 1484 camere più 182 unità di terapia intensiva.
L’occupazione dei due ospedali è mediamente del 75%.

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In definitiva noi residenti ci sentiamo soddisfatti della copertura capillare ospedaliera su tutto l’arcipelago.

In un prossimo articolo parleremo degli ospedali privati, che contano numerosi posti letto e relative terapie intensive.

Con la speranza di vederti presto, e senza bisogno di utilizzare gli ospedali Canari. A presto Marco Misto